Al fine di dare massima diffusione ai temi emersi dai due tavoli di discussione, Caratteri Mobili intende condividere con tutti gli attori del territorio un report sintetico di ciascuno dei due tavoli.
Stefano si è soffermato sulla dinamica di democrazia partecipativa che si è sviluppata a Gallipoli, nel momento in cui si è incontrato il territorio, quartiere per quartiere.
Da questa esperienza sono nate le CONSULTE DI QUARTIERE (cliccando è possibile visualizzare il Regolamento integrale), nelle quali si rileva una partecipazione “mista” di singole persone e realtà del terzo settore. Le Consulte di Quartiere hanno il ruolo e la possibilità di dialogare con la Pubblica Amministrazione e portare le istanze specifiche della comunità.
Dopo la descrizione di Stefano, si sono susseguite alcune domande dei ragazzi di Caratteri Mobili. Delle tante, due ci sono sembrate molto significative.
La risposta è stata affermativa. Non a caso è stato pensato un apposito quartiere Lido San Giovanni/Baia Verde. In casi controversi come questi (flussi turistici notevoli) le esigenze dei cittadini si conciliano difficilmente con le richieste dell’offerta turistica. Per questo, la scorsa estate, si è adottato il medesimo modello successivamente ripreso nel Regolamento. Sono state coinvolte le Associazioni del territorio in un dialogo integrato con i residenti del quartiere: con loro è stato possibile spiegare quale era l’indotto dell’area e trovare soluzioni mediane percorribili e soddisfacenti.
Assolutamente sì, secondo Stefano. Le consulte non nascono solo per micro problemi di quartiere. Nel momento in cui in un quartiere emergono esigenze di ampio respiro, per esempio legate alla mobilità sostenibile (piste ciclabili) o a nuovi spazi urbani, le Consulte possono contribuire in pieno a questa strategie di sviluppo sostenibile.
Secondo Alessandro, la PA non parla il linguaggio della modernità. Oggi abbiamo bisogno di innovazione tecnologica per lo sviluppo del territorio. In materia di OPEN DATA, a Lecce è stata definita una strategia che prevede: competenze; infrastrutture e servizi. Ovviamente quando parliamo di competenze nella PA, ci si riferisce ad una generazione intera che si deve mettere in discussione.
Le PA hanno un database enorme che non viene adeguatamente sfruttato. Alessandro, al contrario, ha evidenziato alcuni esempi di uso efficace degli open data. Il primo, i B&B: il Comune di Lecce ha un database aggiornato che genera un servizio di promozione per il territorio preciso e puntuale.
Il secondo, i commercialisti: avere dati sul numero di abitanti per ogni singolo isolato può essere un servizio utile per il rilascio di licenze (es. tabacchi) e per altri servizi alle imprese.
Il terzo, i servizi digitali: ogni anno ci sono circa duemila persone che si presentano all’ufficio servizi scolastici per la mensa. Generare un credito mensa attraverso un registro presenze digitale ha permesso di semplificare il processo e rendere più efficiente il servizio per i cittadini.
Quindi gli open data diventano utili a migliorare la qualità dell’azione amministrativa e la competitività del tessuto economico locale.
Alessandro ha risposto menzionando, anche sotto questo profilo, l’esperienza leccese. Alcune unità si sono realmente appassionate agli open data, tanto da dedicarsi costantemente al monitoraggio delle centraline ambientali.
Il gruppo CulturAmbiente, di cui Roberto fa parte, ha avviato un percorso virtuoso basato sulle scelte consapevoli nell’uso dei rifiuti. Prima importante esperienza, una scuola di Lecce (Istituto Stomeo – Zimbalo), che si è resa autonoma nella gestione del rifiuto organico attraverso una compostiera di comunità.
Altro passaggio fondamentale, Ecofest Puglia: l’idea è stata quella di aggirare l’inefficienza pubblica installando la compostiera di comunità durante i grandi eventi.
Successivamente, la Regione Puglia ha iniziato a finanziare la compostiera di comunità nei comuni con meno di 4.000 abitanti. Melpignano ha scommesso su questo percorso e ha deciso di rendersi autonoma nella gestione della frazione organica. Attraverso lombricoltura, è possibile produrre compost di alta qualità in grado di essere commercializzato.
Diversi i quesiti posti a Roberto dai ragazzi di CM.
Per Roberto è possibile realizzare dei microimpianti per 7000-8000 abitanti. Per città con numero di abitanti superiore, è necessario dividere la città in zone di raccolta per il conferimento su diversi impianti.
Roberto ha risposto positivamente, facendo presente che esistono best practices in questa direzione. Tra l’altro, gli eventuali utili potrebbero essere vincolati a progetti di sensibilizzazione della cittadinanza.
In conclusione dei lavori, Caratteri Mobili si è impegnata in una proposta connessa al tema del tavolo: realizzare uno schema di delibera comunale, con allegato un progetto sperimentale di Bilancio Partecipativo.
Il progetto di Bilancio Partecipativo potrebbe articolarsi nelle seguenti fasi:
Alessandro Delli Noci e Stefano Minerva hanno accolto la proposta, manifestando disponibilità a collaborare nella stesura del progetto. Caratteri Mobili, nelle prossime settimane, avvierà un processo di scrittura partecipativa aperto al territorio.
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