I big data, e ancora di più gli open data, sono uno strumento estremamente prezioso tanto per le pubbliche amministrazioni, che possono migliorare le loro politiche pubbliche (cosiddette “data-driven policies”), quanto per startup e imprese innovative, che attraverso un uso efficace di essi possono elaborare business model estremamente interessanti.
È convinta di questo “EcosoftWhere”, startup innovativa salentina con un team eterogeneo di ingegneri informatici, ingegneri gestionali, economisti e matematici. Anche Ecosoftwhere, come l’ultima startup raccontata, è reduce dalla maratona digitale “DigithON”.
Abbiamo rivolto qualche domanda a Biagio Nuzzo, CEO di Ecosoftwhere.
Ciao Biagio, ci raccontate un pò cos’è EcosoftWhere?
Il nostro prodotto consiste in una piattaforma che coadiuva gli imprenditori durante il processo decisionale aziendale. Attualmente, stiamo sviluppando il prototipo relativo alla fase di avvio d’impresa, successivamente, implementeremo nuove funzioni che permetteranno di supportare gli imprenditori in tutte le fasi dei processi aziendali (il rapporto con i fornitori, la comunicazione ed il marketing, l’ottimizzazione dei processi produttivi, il monitoraggio dei costi, ecc). Il momento più importante per un’impresa è sicuramente la sua costituzione e noi ci impegniamo affinché il processo di creazione di una nuova attività sia il più semplice e sicuro possibile. Il servizio che offriamo ai nostri clienti in fasi di avvio si può riassumere in 5 step:
Quali sono gli effetti positivi del vostro servizio sul business del cliente?
In fase di avvio dell’attività d’impresa forniamo ai neo-imprenditori gli strumenti necessari per effettuare scelte consapevoli e ragionate, evitando che vengano commessi errori dettati molto spesso da inesperienza o poca consapevolezza del quadro generale in cui andrà ad operare l’impresa. Guidiamo i clienti durante il processo decisionale, consentendo loro di avere più tempo da dedicare al business piuttosto che a questioni burocratiche o di carattere puramente gestionale. Tutto questo genera una riduzione del rischio generale dell’impresa. Il nostro obiettivo è proprio quello di evitare che un’impresa chiuda dopo pochi mesi o anni di attività, adottando modelli di business basati su analisi dinamiche di dati che aumentano la concretezza e la solidità dell’idea progettuale anche agli occhi di potenziali investitori/finanziatori quali ad esempio le banche.
Vediamo un case-study specifico. Nel 2016, in uno dei contest a cui avete preso parte, il vostro software ha suddiviso la città di Lecce in zone, calcolando in ciascuna di essa il rapporto tra domanda ed offerta e rappresentandone graficamente il relativo rating. Quali sono i risultati di questa sperimentazione?
Il prototipo sviluppato nel 2016 per la città di Lecce è stato un primo approccio alla creazione di modelli di localizzazione. Abbiamo ottenuto risultati superiori alle aspettative, il nostro modello seppur basato su analisi di tipo statico, ha generato delle informazioni sovrapponibili alla reale situazione competitiva del mercato dei bar, ristoranti e B&B della città di Lecce. Nella mappa potete osservare graficamente i risultati. Durante questi anni abbiamo portato avanti lo sviluppo del modello, creando un sistema dinamico di acquisizione ed analisi dei dati che tiene conto di un maggior numero di variabili e che riesce a fornire informazioni più dettagliate e dinamiche, ossia che variano nel tempo.
Quali sono i prossimi step?
Il prossimo step è il perfezionamento del nostro sistema di reperimento ed analisi dei dati. A tal fine, stiamo sviluppando una piattaforma dedicata esclusivamente a queste due attività e che metteremo a disposizione del pubblico entro 6 mesi. La piattaforma permetterà a qualunque utente di reperire ed elaborare dati aggiornati su diverse tematiche tra cui: Social Media, Finanza, Sport, Games, Meteo, Politica, Territorio, ecc.
Per concludere, ti chiediamo un’opinione in qualità di startupper. Noi CM crediamo che la costruzione di un ecosistema favorevole allo sviluppo delle startup potrebbe contribuire a combattere quel triste fenomeno di emigrazione che riguarda tanti giovani talenti italiani, in particolare al Sud. Qual è la tua opinione riguardo al mondo startup e innovazione al Sud? Quali sono le priorità da affrontare per sostenere startupper come voi?
Il rapporto Svimez 2019, appena pubblicato, ci dà un dato emblematico della condizione attuale del Mezzogiorno. Dal 2000, più di 2 milioni di ragazzi sotto i 34 anni hanno lasciato una regione del Sud per trasferirsi nelle regioni del Nord o in altre Nazioni. Creare un ecosistema favorevole allo sviluppo di nuove aziende che sappiamo cogliere le potenzialità delle nuove tecnologie è un elemento importante per dare una scossa all’economia del meridione stagnante e poca ambiziosa. È fondamentale però più di ogni cosa comporre un nuovo modello socio-economico-culturale alternativo a quello che fino ad ora è stato imposto alle regioni del Sud Italia. Un modello che spezzi il ricatto lavoro-salute-ambiente e che quindi porti un reale sviluppo di tutto il Mezzogiorno ed ovviamente dell’intera nazione.
Ciao Biagio, ciao ragazzi. In bocca al lupo e a presto!
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